martedì 20 novembre 2012

La fobia sociale dei genitori può contagiare i figli

L’ansia sociale può essere contagiosa. I genitori con disturbo d’ansia sociale (o fobia sociale) - cioè la paura di trovarsi in situazioni sociali o di svolgere prestazioni in cui si è esposti al giudizio degli altri - possono moltiplicare il rischio che i figli diventino, a loro volta, ansiosi.

È quanto emerge da uno studio sul rapporto genitori-figli condotto dal Johns Hopkins Children’s Center (Usa) e pubblicato su Child Psychiatry and Human Development.

I ricercatori hanno analizzato le interazioni tra 66 genitori con ansia patologica e i loro bambini, tutti tra i 7 e i 12 anni. Tra i genitori, 21 avevano ricevuto una diagnosi di ansia sociale e a 45 era stato diagnosticato un altro disturbo d’ansia.

Utilizzando una scala da 1 a 5, i ricercatori hanno valutato il calore e l’affetto dei genitori verso il bambino e le critiche a lui rivolte, i dubbi sulle sue prestazioni e sulla sua capacità di completare un'attività, la concessione di autonomia e le forme di iper-controllo.

Ebbene, gli adulti con diagnosi di ansia sociale hanno mostrato meno calore e affetto verso i propri figli, li hanno criticati di più, esprimendo più dubbi sulla loro capacità di eseguire il compito che dovevano svolgere. Tutti elementi che, secondo i ricercatori, rischiano di ‘accendere’ l’ansia anche nel bambino.

Fonte: AdnKronos

venerdì 3 agosto 2012

L’ansia è più occidentale, la depressione più orientale

L’ansia è diffusa soprattutto nei paesi occidentali, la depressione in quelli orientali. Lo sostiene uno studio pubblicato su Psychological Medicine.

I ricercatori, che hanno preso in esame circa 90 paesi, sostengono che il 4,7% della popolazione mondiale è depresso, mentre il 7,3% è ansioso.

Ansia e depressione, pur essendo patologie diffuse in tutto il mondo, sono comunque distribuite in modi diversi.

In particolare, secondo gli studiosi, ha una diagnosi di ansia il 10% degli abitanti di Nord America, Europa occidentale e Oceania, l'8% nei paesi del Medio Oriente e il 6% in Asia.

Per quanto riguarda la depressione la “classifica” si inverte: Nord America e Oceania hanno un tasso del 4%, che sale al 9% in Medio Oriente e in alcuni paesi asiatici come l'India. In generale, spiegano gli esperti, la depressione è più alta nei paesi dove sono in corso conflitti.

Fonte: Agi

venerdì 2 marzo 2012

Nomofobia, la paura di “staccarsi” dal cellulare

Provate un’ansia eccessiva se vi accorgete di non avere con voi il cellulare? Oppure temete di perderlo e controllate continuamente di averlo in tasca? O ancora avvertite una sensazione di panico se vi trovate in una zona dove non c’è copertura di rete o se la batteria è scarica e non potete ricaricarla subito?

Per questo tipo di paura, figlio dell’era tecnologica, è stato coniato il termine “nomofobia” (da “no mobile”). In una persona nomofoba il timore eccessivo di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia mobile può causare sintomi quali respiro corto, panico, accelerazione del battito cardiaco, tremore, nausea.

Il termine “nomofobia” deriva da uno studio britannico secondo il quale il 58% degli uomini e il 48% delle donne soffre di questa fobia. Più della metà delle persone interpellate hanno dichiarato di provare ansia quando perdono il contatto telefonico con amici e familiari. Solo una su dieci ha detto di avere bisogno di essere sempre “connessa” per motivi di lavoro. Almeno il 50% dei nomofobi non spegne mai il telefonino, neanche di notte.

Fonte: Wikipedia